Tag Archives: adele meccariello

La verità, vi prego, sul pallone #30

14 Apr

Alla fine un motivo per divertirsi, e restare svegli, lo si trova sempre. Anche se per lo scudetto i giochi sono chiusi da tempo. Voglio partire dal fondo e sovvertire la mia classica scaletta. Quindi inizio dalla zona calda e lo faccio chiedendo scusa ad una squadra: il Siena. Lo so, lo so, che vi aspettate di leggere l’ennesimo panegirico sull’Inter o il mio parere sulla lotta al secondo posto, ma ho parlato troppo poco della squadra bianconera, e credo sia arrivato un momento di dedicarle la copertina.

Quando in passato ho parlato di salvezza l’ho fatto quasi sempre considerando che una tra Genoa e Palermo si sarebbe salvata. La penso ancora così, sarebbe troppo strano vedere queste due città retrocedere contemparanemente. Entrambe erano partite con altre ambizioni, hanno giocatori di categoria e si sono ritrovate in questa situazione drammatica per colpa del loro istintivi (eufemismo) presidenti. Il Siena rappresenta una piccola città e un bacino economico non più così potente. Ma, al netto della penalizzazione di 6 punti, è molto più squadra delle altre due, grazie al lavoro di un allenatore bravo e poco sponsorizzato come Iachini, e di un direttore sportivo, Stefano Antonelli, che ha scoperto quello che può considerarsi la vera rivelazione di questo campionato: lo svizzero Innocent Emeghara. Arrivato dal Lorient dopo essere stato isto in Dvd, ha già segnato 7 gol pesantissimi. Se il Siena centrerà il miracolo salvezza sarà soprattutto merito suo.

Il Genoa è riuscito a pareggiare il derby con la Sampdoria a pochi minuti dal termine grazie ad un gol di Matuzalem. A proposito: è la seconda volta che il brasiliano azzoppa letteralmente un avversario e lo costringe ad uscire dal campo. Brocchi ha quasi dovuto lasciare il calcio, Kristicic ha dovuto abbandonare il derby. Più cha parlare di rigori e fuorigioco, mi soffermerei su questi argomenti. Il modo di giocare di Matuzalem è decisamente ai limiti del consentito dal codice penale e un’espulsione dopo 16 minuti non avrebbe avuto nulla di scandaloso. Il Palermo non fa felici i 30.000 del Barbera accorsi (forse tardi) ad incitare la sqaudra di Sannino. Una papera di Sorrentino, di solito salvatore della patria, rovina la giornata dei rosanero che sembrava iniziate benissimo grazie al gol di Ilicic.

L’Inter crolla a Trieste (Sì Adele, sempre colpa del famoso stadio abusivo costruito sulla riserva di rane) contro il Cagliari. Pinilla si inventa (a detta sua) un rigore ma anche oggi c’è poco da recriminare. Infortuni e decisioni arbitrali avverse arrivano con puntualità e frequenza in una stagione maledetta. Il pesce puzza dalla testa e solo un’eventuale finale di Coppa Italia (mercoledì si gioca il match di ritorno contro la Roma) potrebbe salvare l’annata. Non ho ancora capito se Stramaccioni rimarrà o no, ma conoscendo Moratti non credo confermerebbe un allenatore che resta fuori dalle prime sette posizioni. Mi piacerebbe molto che tra i nomi dei possibili sostituti ci fosse quello di Paolo Di Canio che, discutibili simpatie politiche a parte, meriterebbe una chance in Italia dopo aver trovato l’America in Inghilterra.

Bene la Roma che batte il Toro ritrovando il gol di Osvaldo (dopo 77 giorni) e l’ennesima prodezza di Lamela, male Legrottaglie che in settimana ha scagliato una Bibbia in faccia al compagno Biagianti reo di aver esagerato con le bestemmie, benissimo l’Udinese che magari non raggiungerà l’Europa ma anche quest’anno ha realizzato il suo piccolo grande capolavoro calcistico. Guidolin ha detto che resterà a vita a Udine, se non come allenatore, come direttore sportivo. Peccato perché sarebbe stato bello, e giusto, vederlo su una panchina più importante, con tutto il rispetto. Ma la sua è una scelta di vita e non so se è un caso che anche Totò Di Natale ne abbia fatta una simile, dicendo no alla Juventus qualche anno fa. Evidentemente in Friuli si sta bene.

Chiudiamo con la testa. Non cambia niente al secondo posto e l’occasione la perde il Milan. Settimana scorso avevo pronosticato il pareggio e pareggio e stato. Confermo che il Milan mi sembra un po’ più sulle gambe e il Napoli in ripresa. Tanto che Cavani prima e Armero poi sprecano il colpo del ko, in tutti i sensi. Lotta per il secondo posto ancora aperta, ma questo è più di un pass, per il Napoli. Stasera si giocherà Lazio – Juventus (ormai il Monday Night è un classico). Vedremo come la capolista reagirà alla batosta europea. Per me, alla Conte, quindi da prima in classifica. Ma attenzione perchè la Lazio ha già giocato tre volte contro i bianconeri e non ha mai perso. Prevedo pareggio.

emeghara_1

La verità, vi prego, sul pallone #27

25 Mar

Come diceva qualche anno fa Matarrese a Gaucci, noi siamo di serie AE. Io e Adele Meccariello, intendo. E quindi, visto che il massimo campionato era fermo avremmo potuto prenderci un lunedì libero, si fa per dire. E invece no, perché il calcio è uno sport meraviglioso, e ha sempre tanto da raccontare, anche quando il campionato più noioso del mondo ci concede una settimana di tregua, pardòn, di pausa. Mi sono divertito a seguire un po’ di tutto. Dalle qualificazioni mondiali alla serie B, dalle partite disputate in Europa a quelle giocate in Africa (a proposito, clamorosa la vittoria della Tanzania sul Marocco, sono cose che segnano), passando per finale di Coppa Italia di Promozione Marche. Sono davvero un vizioso evidentemente, ma adoro questo sport.

Della nostra nazionale parlerò poco. Perché un amichevole, per quanto prestigiosa contro il Brasile, è pur sempre un’amichevole, anche se mi da modo di avventurarmi in alcune considerazioni: ad un anno di distanza dal suo Mondiale questo Brasile non sembra nulla di eccezionale. Manca un Ronaldo, per dirla tutta. E, ad essere sinceri, rispetto al passato, manca anche un vero numero 10. Quello che vale il prezzo del biglietto e vince le partite da solo. Kakà è la fotocopia di sé stesso, Oscar è ancora acerbo, Pelè si è ritirato da tempo, Ronaldinho (che Scolari ha anche provato a far giocare ancora) è francamente impresentabile. Paradossalmente mi sembra un squadra molto più solida in difesa che devastante in attacco. Non dovrebbe essere un buon segno, per loro. Ma ho premesso che manca un anno, tempo che nel calcio equivale ad un’eternità. Fatto sta che i verdeoro giocheranno in casa, e non è detto che questo sia un fattore positivo. Nel 1950, ad esempio non lo fu, eppure quella era una nazionale fortissima.

Manca un anno anche per l’Italia. Il tempo giusto per far crescere Verratti, El Shaarawi, Cerci e De Sciglio, magari consacrare Balotelli, autore di un gran gol e sempre più simbolo di questa nuova (e finalmente multietnica) nazionale. Se riusciamo a trovare anche il modo di conservare (avrei pensato ad una crioterapia) Pirlo e Buffon e magari ri-scomodare questo Francesco Totti, chissà. Non dovrebbe essere un problema la partita di martedì contro Malta (che non ha mai contato molto). La strada verso il Brasile non sembra così irta di difficoltà.

Sicuramente lo sarà, invece, per la Spagna che dopo aver pareggiato in casa contro la Finlandia rischia davvero di dover passare per le forche caudine degli spareggi. In Francia non vedono l’ora di fargli uno sgambetto. Appuntamento martedì a Parigi. A memoria non ricordo una vincitrice della Coppa del Mondo (nonché dominatrice del calcio dell’ultimo decennio) mancare il Mondiale successivo. Rischia grosso anche l’Inghilterra che ancora una volta dovrà vedersela con il Montenegro che sembra addirittura favorito per la vittoria del gruppo H.

Strano che il calcio balcanico offra un’insolito scenario: delle ex repubbliche jugoslave quella che soffre di più è la grande madre Serbia. Prime nei rispettivi gironi appunto Montenegro, Bosnia (sarebbe una qualificazione storica) e Croazia, che proprio venerdì sera ha spedito all’inferno (parliamo di calcio eh!) Sinisa Mihajlovic e i suoi in una partita ad altissima tensione, se non altro per i precedenti storici. Premesso che per i serbi sarà durissima recuperare, è facile ipotizzare che sarebbe davvero uno smacco veder trionfare nazionali che fino a qualche decennio fa non esistevano. A scapito della Jugostalgia. A proposito di Balcani, mi preme raccontare un’altra storia: quella di Gianni De Biasi, allenatore dimenticato dal calcio italiano.

Dopo le ultime, non entusiasmanti, avventure di Brescia, Torino e Udine, il buon Gianni si è rimesso in discussione. Andando ad allenare l’Albania. Una nazionale che non è mai riuscita a ritagliarsi un ruolo dignitoso nel panorama calcistico europeo. Certo che comunismo, guerre e sfighe varie non l’hanno certo aiutata, ma tutto sommato non credo sia questa la vera ragione degli scarsi risultati della nazionale. Penso piuttosto che sia sempre mancata la disciplina tattica, la mentalità, la consapevolezza dei propri mezzi. De Biasi ha lavorato su questo e oggi, dopo una storica vittoria in Norvegia, si ritrova al secondo posto del suo girone. A pari merito con un’altra sorprendente nazionale: l’Islanda. Una della due potrebbe giocarsi gli spareggi, e sarebbe già tanta roba. L’Albania ha una squadra giovane, con un discreto tasso tecnico e un avvenire più che probabile, in ogni caso. Resta il fatto che gli sta davanti la Svizzera, che ha una gran bella squadra, formata però, per quattro undicesimi da giocatori nati tra Albania e Kosovo. Chissà che accoglienza gli riserveranno in patria il 13 ottobre. Segnatevi questa data, si gioca Albania – Svizzera a Tirana. Non è Brasile – Argentina, ma io vorrei esserci lo stesso. Sono sempre più vizioso.

ps: tanti auguri ad Antonio Cassano per la nascita del secondogenito Lionel. Adele, secondo te lo chiamerà Laionel, Lìonel, o Lioneèèll? Parliamone.

Ti è piaciuto questo articolo? Sì? Ti ricordo che è da poco uscito Domani No il mio romanzo. Se ti piace come scrivo, magari, le prime trenta pagine in omaggio potrebbero farti piacere. 

Il gol storico con il quale l'Albania ha battuto la Norvegia.

Il gol storico con il quale l’Albania ha battuto la Norvegia.

La verità vi prego sul pallone #26

17 Mar

Io ci ho provato in tutti i modi. Ma la verità è che questo campionato è di una noia pazzesca. Sicuramente non lo è per gli juventini, non me ne vogliano. C’è un dato però che deve far riflettere: siamo in buona compagnia, i quattro principali campionati europei sono già terminati, e siamo solo a Marzo. Barcellona, Manchester United e Bayern Monaco hanno rovesciato le gerarchie dell’anno passato che vide trionfare, rispettivamente, Real Madrid, City e Borussia Dortmund. La Juventus si è invece confermata, legittimando quello che si può già definire un ciclo. La macchina di Conte è oliata alla perfezione, non perde un colpo, non si distrae, supera gli ostacoli con apparente e disarmante facilità. Il Bologna per esempio veniva da quattro risultati utili consecutivi, ma nessuno se n’è accorto. Campionato chiuso, in vetta.

Curioso che ci si trovi a fare questo tipo di bilanci quando in molte città d’Europa (comprese Genova e Torino) nevica e molte partite si giocano su terreni ghiacciati come quello dell’Olimpico di Torino dove sembra che si stia giocando Zenit – Rubin Kazan più che Toro – Lazio. Altrettanto strano che l’unico campionato (tra i grandi del continente) non ancora chiuso sia quello francese, dove tutti si aspettavano che il Paris Saint Germain facesse mambassa di punti e avversari e invece ha finito per specchiarsi su se stesso e sottovalutare più di una partita. Non in Champions, dove la squadra di Ancelotti trova la sua dimensione naturale e sfiderà il Barcellona ai quarti.

Non posso fare a meno di tornare su quanto avvenuto al termine del sorteggio, con Leonardo che chiede alla sua compagna Anna Billiò, inviata Sky, di sposarlo. Dopo tanti pareri attendo quello della mia socia radiofonica Adele Meccariello. Nel frattempo io mi limito a citare Selvaggia Lucarelli: gli uomini come Leonardo non dovrebbero esistere perché poi vuoi uno così, mica gli scialbi che ti mandano la buonanotte su wathsapp. A voi, donne, l’ardua sentenza. Tra il romanticismo, l’esibizionsimo e il maschilismo il confine è spesso sottile. Ma io sono qui per parlare di serie A, mi si dirà.

Ma non è colpa mia se il Napoli torna a vincere e Cavani a segnare dopo 8 partite e fa il gesto della paperella per mettere a tacere le malelingue, ree di averlo accusato di essersi distratto con qualche indigena di troppo. Lui sposato, lui ragazzo casa e chiesa, lui padre di famiglia, non ha gradito molto. Mazzarri se l’è vista brutta, ma porta a casa una vittoria importante più in chiave secondo posto che in ottica scudetto. Anche perché il Milan dimentica subito Barcellona battendo il derelitto Palermo (adesso Zamparini che fa? Cambia il sesto allenatore?) grazie al giocatore che più di tutti è mancato al Camp Nou: Mario Balotelli.

Bene la Fiorentina che non molla un centimetro, benissimo il Catania che si rimette a correre grazie a quel meraviglioso talento che è Gomez: habemus Papu, dovevo dirlo. Mentre scrivo il Toro ha appena battuto la Lazio conquistando praticamente la salvezza. Ora sono curioso di vedere le mosse della società. I numeri dicono che i secondi anni di di Ventura sono molto rischiosi. Certo qui saremmo al terzo, ma non mi sorprenderebbe un cambio tecnico, nonostante l’ottimo lavoro di mister Libidine che finalmente, dopo tanti anni che ci provava, ha potuto contare su Alessio Cerci. Scommessa vinta per entrambi, soprattuto per il talento del vivaio della Roma che approda finalmente in nazionale. Ne parlavo, in questa stessa rubrica, qualche mese fa.

Vince anche la Roma, che raggiunge Inter e Lazio. È vero che i nerazzurri hanno una partita in meno, ma una di loro rischia seriamente di finire il campionato fuori dalla zona Europa. Altro che sogni di gloria. Da sottolineare la tredicesima rete di Lamela. Non conto gli assist, dico solo che il ragazzo ha 21 anni, ed è un campioncino bello e fatto. Complimenti a chi l’ha pescato, ci troviamo di fronte ad uno dei giocatori più forti del calcio europeo, in prospettiva. E non solo. Sono sicuro che nessuno, all’Inter, si è disperato per il rinvio di Genova. Sia lodato il prefetto. La squadra, dopo l’eccezionale rimonta (mancata, di un soffio) di giovedì, era stanca e un po’ triste. Chissà che questo rinvio non sia l’occasione giusta per staccare la spina, dimenticare le delusioni, e ripartire per la volata finale.

Sempre perché siamo a Marzo, ma è come se fossimo a fine campionato, prendo atto che abbiamo già i nomi delle tre squadre che andranno in B. A meno di clamorosi miracoli Siena, Palermo e Pescara saluteranno la serie A a fine stagione. Mi auguro di essere smentito, se non altro perché mancano ancora due mesi. Altrimenti di cosa parliamo io e te, Adele, da qui all’ultima giornata? Di gossip?

20130317-221907.jpg

I social media sono fatti. Di Persone.

23 Gen

I social media sono fatti di Persone. Non scopro nulla di nuovo, ma spesso nei saggi, negli articoli e nei post di vario genere (dove ovviamente sono tutti esperti di social media che spiegano sui social media come si usano i social media) non viene sottolineato questo aspetto. Non mi ergerò ad esperto e userò un solo termine tecnico: All Line Attitude. Si tratta della capacità di trarre beneficio non solo dalla presenza sul web ma anche live, con partecipazione a fiere, seminari, per toccare dal vivo le novità del settore, stringere relazioni (vere) con gli influencer, in generale raccogliere informazioni sul campo. Un anno fa, al Festival del Giornalismo di Perugia, si parlava con Dino Amenduni dell’evoluzione di questo ruolo. Potrai essere su Twitter o Facebook quanto vuoi, ma niente può sostituire il racconto di un inviato di guerra che “sente l’odore del sangue e le urla di dolore“. L’esempio, un po’ forte, può essere applicato al web. Le relazioni che si stringono sui social diventano “relazioni ad altro valore aggiunto” se si concretizzano in un incontro. L’esempio di Fior di Risorse è lampante. Una community nata su Linkedin, che diventa associazione attiva grazie a dei professionisti che si incontrano, compatibilmente con i loro impegni, in occasioni formali e informali. Eventi, seminari, formazioni ma anche aperitivi, cene, sport. Questo approccio permette ai social di alimentarsi e non rimanere luoghi asettici dove si fa gara a chi ha più follower o like. D’altronde, i Guru (che brutta parola) rinchiusi nella loro torre d’avorio, a me, sono sempre stati sulle palle. E non mi chiedete di moderare i termini. Scrivo questo post per parlare di Persone che ho incontrato sulla mia strada nell’ultimo anno. Nessun bilancio, lo scopo è solo quello di far capire che le relazioni sono appaganti se sono durature, sincere, vere e se si tramutano in qualcos’altro. Tutte queste relazioni hanno in comune un punto. Nascono sul web e diventano real:

Alessandra Vizzi: di lei ho apprezzato subito la grande professionalità unita ad un’incredibile dose di entusiasmo. Alessandra mi piace perchè sa attribuire il giusto valore alle cose, è ottimista nel senso buono del termine. Non forzato. Alessandra è manager, mamma, lettrice di libri, appassionata di musica, curiosa. Ma potete cambiare l’ordine e nessuno si offenderà. Sui social è una bella persona. Dal vivo, lo è di più. Leggera (in senso buono).

Michele Farinelli: preparato, disponibile, sicuro. Con Michele parli a 360° di marketing, di web, di novità. Non si stanca mai. Lavora a tutte le ore, ma sa rispettare gli orari degli altri. Se lo contatti avrai una sua risposta sempre, e subito. Su facebook, su twitter, sulla mail o per messaggio. A volte pure su foursquare. Onnipresente.

Mario Salsano: con lui ci siamo conosciuti, ormai da più di un anno, tramite il più sano dei passaparola. Amico di amici (come direbbe Graziano, un filofilo) siamo passati quasi simultaneamente dal web alla realtà, complice anche la vicinanza. Feste, cene, post scritti e letti, cimeli da commentare. Mario è funder di Etwoo. Non si ferma mai. Ha spirito di iniziativa, voglia di sperimentare, rischia, scommette sulle persone. Potrebbe non far nulla e godersi ciò che ha. Invece no, vuole cambiare le cose. Non è un missionario, è un Visionario.

Francesco Vernelli: tutto è iniziato con una mail. Vieni a raccontare i social media in Università? Si grazie. In comune abbiamo la passione per la tavola. Non si tratta solo di mangiare, ma di apprezzare, fotografare, condividere. Sa gestire i tempi Francesco. Lavora molto e bene ma ama le passeggiate in bicicletta, la birra artigianale, i libri. Possibilmente cartacei. Un onore, per me, averlo conosciuto. Pedalatore.

Luna Margherita Cardilli: cosa posso dire su Luna che non sia banale? Il nostro corteggiamento (non vi preoccupate non ama me, ama Gustavo Lacìola) è durato un anno. Ci vediamo, ci conosciamo, facciamo qualcosa insieme? Mica cose zozze. Alla fine ci siamo conosciuti abbiamo portato avanti insieme due progetti e io ho scoperto una persona che trasmette positività solo a guardarla negli occhi. Lei è social davvero, se lo scrive anche sulle mani. Allline.

Luca Conti: per lui parlano i fatti. Giornalista, blogger, autore, formatore, consulente. A me piace definirlo amico. Sereno, pacato, ha sempre le parole giuste, per questo non le spreca mai. Appassionato, come pochi, di libri e cinema in lingua originale, abbiamo condiviso, assieme a Luca Lorenzetti, molte delle nostre serata con i movie night. Ascoltarlo e frequentarlo è sempre un’esperienza positiva. Luca è un viaggiatore, un osservatore attento, un commentatore moderato. Minimalista.

Veronica Vuoto: la mia prossima editrice, Carla Palone di Gelsorosso, mi aveva detto che poteva contare su una collaboratrice veloce, seria e propositiva. Non mi aspettavo di trovare in Veronica tante altre doti. Lavoriamo insieme da un anno per confezionare Domani No ed è soprattutto grazie a lei se il mese prossimo questo romanzo sarà in libreria. Scrupolosa.

Osvaldo Danzi: io nella vita ho sempre avuto un problema e i miei amici possono testimoniarlo. Non ho mai avuto un cazziatone come si deve. Nè da una maestra, nè da un allenatore, nemmeno da un amico, nè da un capo. Non so si tratta di timore reverenziale o pietismo (qui subentra la mia storia personale) ma ho sempre avuto un gran bisogno di persone “severe“. Ne ho trovate poche. Osvaldo lo è. Mi fa scendere spesso da quel piedistallo che altri mi hanno creato. Non sempre meritatamente. Poi, nel momento del bisogno, c’è. Leader.

Adele Meccariello: ci siamo conosciuti su Twitter. Avevo bisogno di una traduzione. Arriva lei, e da quel giorno ci siamo sentiti tutti i lunedì. In radio. Con lei e con la verità sul pallone mi diverto da morire. Adele è schietta, ha una voce che farebbe invidia a 105 all’una, sa improvvisare e sa far ridere com pochi. Per di più è preparata su tutto, meno che che sul calcio. Ma apprenderà. Leggerla è un piacere, anche sui social. Ascoltarlo ancora di più. Supercalifragilistichespiralidosa.

Giovanni Lucarelli: quando ci parlo penso al film “Auguri Professore“. Lo vedo così, impegnato a portare la cultura (vera) in azienda. Amante della creatività fino all’estremo, sognatore, romantico, formatore, giovane. In tutti i sensi. Il suo sorriso è un biglietto da visita di quelli belli, non ricordo di averlo mai visto imbronciato. I suoi post sono sempre puntuali, incuriosiscono, appassionano. Creativo. Nel senso buono.

Michele Trillini: cho l’ha detto che quando si fa un elenco bisogna arrivare solo a 10? La mia formazione si completa con un commerciale che sa cosa vuol dire stringere relazioni vere, non interessate, sincere. Michele è una bomba a orologeria. Ha idee, le condivide, le presenta. Vuole imparare e sa su cosa lavorare. L’ho conosciuto su facebook, ma fare un giro in macchina con lui e ascoltare la sua storia è molto più divertente. Ambizioso.

Forse ho dimenticato qualcuno, sicuramente ci sarà tempo e modo per altri post come questo. Perchè la vera essenza del social sono le Persone. E io, a queste persone, devo tutto.

I social sono persone

I social sono persone