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La verità, vi prego, sul pallone #22

18 Feb

Mentre Elio e le storie tese si esibivano sul palco dell’Ariston di Sanremo con la canzone mononota Totti, all’Olimpico di Roma, stendeva la Juventus con un assolo dei suoi. Un meteorite, tanto per restare in tema con i fatti accaduti in settimana. Una sassata imprendibile per Buffon, una scossa sul campionato e sulle ambizioni di una Juventus che resta saldamente al comando ma registra la quarta sconfitta di questo campionato contro le zero dell’anno scorso. Sembra che Conte, infuriato, abbia convocato per martedì un allenamento alle 8 del mattino. Gli operai e gli impiegati d’Italia non vedono dove sia la tragedia. Quattro punti di vantaggio restano comunque un buon margine di sicurezza, soprattutto perchè l’unica concorrente veramente temibile sembrerebbe essere il Milan, decisamente troppo lontano. Ci torneremo. Bene la Roma. La notizia è che la squadra non più di Zeman finisce finalmente una partita senza subire gol. Rischiando poco e aggrappandosi al suo capitano, che quando vede Juve dà sempre il peggio e il meglio di sè. Il peggio nel primo tempo, con un bruttissimo intervento che poteva costare caro a Pirlo e poi il meglio con un gol spettacolare. Per lui gli anni sembrano non passare mai. 36 e non sentirli.

Il ginocchio di Milito si starà rivoltando nel tutore. Senza il Principe l’Inter perde il 50% del proprio potenziale e e quel minuto 7 di giovedì 14 febbraio peserà molto sulla stagione di Stramaccioni. Ancora di più peserà l’immobilismo della Società che non si è minimamente preoccupata di cercare un’alternativa valida quando avrebbe potuto, ovvero prima del 31 gennaio. Con un terzo posto ancora alla portata, una semifinale di Coppa Italia e l’Europa League in corso mi sembra un peccato grave. Ora restano solo gli svincolati, anche se uno di loro, dopo aver perso circa 20 kili, potrebbe risultare un’ottima idea. Tornando seri: il posticipo ci riconsegna una bella Fiorentina. Giropalla catalano e tecnica balcanica, questa squadra è sicuramente una delle poche novità del nostro campionato. Solo un pizzico di inseperienza, la mancanza di ricambi in attacco e qualche errore (più di uno) dei portieri (prima Viviano, poi Neto) non le hanno permesso di essere più competitiva. Ma Montella (considerato anche che presto potrà contare anche su Giuseppe Rossi) può ancora considerarsi in corsa per il terzo posto, grazie soprattutto alla definitiva esplosione di Jovetic, montenegrino, e Ljajic, serbo. Geni (e genii) purissimi, simili per talento, diversi per carattere. Ma credo sia arrivato il momento di dimenticare quel brutto episodio tra il giovane serbo e Delio Rossi. Le carriere di entrambi meritano altre considerazioni. E al ragazzo dedico la mia copertina.

Se il Napoli non accorcia sulla Juventus il merito è anche di Delio Rossi. Che mette in campo una squadra organizzata, capace di fermare la seconda in classifica dopo aver vinto, in 10, sul campo della prima. Considerato dov’era la Sampdoria prima del suo arrivo, un miracolo. Certo il Napoli delude e si conferma una bellissima incompiuta. Non credo abbia influito l’impegno europeo (il Napoli praticamente non ha giocato), credo piuttosto che Mazzarri vada in confusione ogni qual volta vede vicino il traguardo. Trovo il suo nervosismo francamente fuori luogo, e se devo dirla tutta credo che la sua squadra non abbia molto da invidiare alla capolista. Non ho detto che il Napoli è più forte ma ripetere ogni due giorni che nessuno ci ha chiesto di vincere lo scudetto mi sembra controproducente. Certo, i fischi del San Paolo sono davvero ingenerosi ma generare ulteriori tensioni e cercare scusanti di ogni tipo (il campo, le assenze, la maglia a righe della Sampdoria che distrae) non è in linea con le ambizioni della squadra e del suo presidente. Pesantissimo il post partita con tanto di rapina a Marek Hamsik. Non è la prima volta che succede. Per la precisione è la terza (due a lui, una a Cavani). Chi mi conosce sa che odio i luoghi comuni, soprattutto su Napoli, ma la realtà è che non ci si può più nascondere dietro un sono cose che possono succedere ovunque. Anche no.

In attesa del match di domani tra Siena e Lazio al terzo posto irrompe il Milan. Poco da dire sull’impatto di Balotelli sul nostro campionato. 4 Gol in 3 partite. Numeri impressionanti. Allegri gongola: aveva sognato una rimonta ma non avrebbe mai pensato che sarebbe arrivato a 7 giorni dal derby davanti all’Inter. Almeno non dopo il derby d’andata. Quando l’Inter sembrava una squadra e il Milan un cantiere aperto, neanche tanto funzionante. Ora è tutto diverso e, anche se Moratti non lo ammetterà mai, Stramaccioni si gioca gran parte del suo futuro. Per molti non ha colpe il buon Andrea, ma quante squadre di serie A lo metterebbero sulla propria panchina oggi? Il Bologna? Il Chievo? Il Cagliari? Forse nessuna di queste, credo sia uno spunto di riflessione. Il Milan dicevo. Neanche il tempo di godersi la sbornia della remuntada in campionato che arriva la Champions. E non è una Champions qualunque: a San Siro scendereanno in campo i marziani del Barcellona. Peccato per l’assenza (giustificata) di Balotelli. Credo però che i rossoneri non debbano avere paura: non c’è niente da perdere, ergo tutto da guadagnare. Non credo nel miracolo e penso che alla fine passerà il Barca. Ma a differenza di quello che avrei pensato qualche mese fa la partita è tutta da giocare. Certo è che il vero rimpianto per il Milan sono gli 11 punti dalla prima. Chissà di cosa staremmo parlando oggi se l’avvio fosse stato solo un po’ meno disastroso.

Bene il Genoa che da quando è arrivato Ballardini è decisamente un’altra squadra. Leggere il capitolo sulla Sampdoria a riguardo. La partita di domenica contro il Palermo sarà decisiva. Soprattutto per i siciliani. Se i rosanero non vincono sono spacciati, senza mezzi termini. E non sarà facile per Malesani, allenatore che sembra aver dato il meglio di sè in passato. Quasi spacciato il Pescara al quale avevo dato ottime chances di salvezza, prima del cambio di allenatore però. Oggi non punterei più di un euro sulla salvezza della squadra di Bergodi. Salvo invece il Catania, ennessimo miracolo della gestione Pulvirenti. Ora si guarda all’Europa, sempre che non subentri quel senso di appagamento tipico di chi si salva con tre mesi d’anticipo. Fa piacere l’ennessima prestazione maiuscola di quel gran calciatore di Almiron. Un giorno dovrà spiegarci cosa ne è stata della sua carriera. E tante altre cose. Ma queste sono altre storie.

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La verità, vi prego, sul pallone #19

28 Gen

A Napoli non stanno più nella pelle. Il che è molto pericoloso, conoscendo l’ambiente. Mazzarri dovrà lavorare da pompiere da una parte, cercando di non far divampare troppo l’entusiasmo dei tifosi e della città, e da incendiario dall’altra, cercando di approfittare della crisi nervosa che ha colpito (non per la prima volta) Conte e Marotta dopo la partita contro il Genoa. Le polemiche non ci interessano, i veleni meno che mai. Come diceva Vujadin Boskov rigore è quando arbitro fischia. E l’arbitro di Torino non fischia nè in un area, nè nell’altra. Piuttosto mi soffermerei sul fatto che la Juventus produce molto e segna poco. Le punte sono tante e i giocatori che risolvono le partite sono pochi. Anche Vucinic sembra appannato. E stavolta Conte subisce anche il gol dell’ex da Borriello, che non esulta nonostante i fischi (ingenerosi) che i suoi vecchi tifosi gli riservano. Da domani si aggregerà al gruppo il nuovo acquisto Anelka. Dieci anni fa se lo contendeva mezza Europa. Il carattere gli ha giocato brutti scherzi, come quando disse che non avrebbe mai cantato la marsigliese e che nella nazionale francese la colpa veniva scaricata sempre sui neri e mai sui bianchi alla Gourcouff. Ma questo è il passato. Oggi gente come Carlo Ancelotti parla di un grande professionista. Bisognerà valutare la forma di un giocatore che viene dal campionato cinese, non il più competitivo del mondo, ed ha 34 anni, non più 24 come quando aveva un caratteraccio.

Il Napoli si diceva. La vittoria degli azzurri è fondamentale perchè arriva dopo un passo falso (stavolta intero, non mezzo) della Juventus e in un turno che sulla carta sfavoriva la squadra di Mazzarri. Che ha avuto anche la forza di tornare in vantaggio dopo essere stata raggiunta e per di più sul campo dell’unica squadra imbattutta in casa. Confermo le mie impressioni sul Parma ma credo che, al netto della bellissima prestazione di Cavani e compagni, non sia un caso che la prima sconfitta arrivi dopo la cessione di Zaccardo, un giocatore troppo sottovalutato e per molti famoso solo per aver segnato un autogol al Mondiale del 2006. Il Milan, a parer mio, ha fatto un ottimo affare a comprarlo. Donadoni si riorganizzerà, ne sono sicuro. Ora che il Napoli è a meno 3 il più grande errore sarebbe quello di nascondersi. Anche perchè, in questo campionato livellato verso il basso due campioni come Hamsik e Cavani non li ha nessuno.

Lo scontro diretto si gioca al San Paolo tra qualche settimana. La Juve andrà anche a San Siro, all’Olimpico (due volte) e dovrà fronteggiare un febbraio tremendo, con il ritorno della Champions. La Lazio si è suicidata. Prima o poi la striscia positiva doveva interrompersi, succede quando sei in rimonta, certo è che la sconfitta contro il Chievo brucia e adesso si diventa meno credibili a parlare di scudetto. Certo che la Lazio senza Klose è una mezza squadra, e non solo perchè non segna. Nelle ultime 10 giornate è il Milan la squadra che ha fatto meglio. Ad Allegri i miei complimenti. Ha saputo resistere, raddrizzare una squadra allo sbando facendo scelte coraggiose come il sacrificio di Pato e Robinho, ha lanciato dei giovani (Niang su tutti), ha richiesto giocatori utili come Zaccardo e si è rimessa in scia. Non vincerà lo scudetto e forse uscirà agli ottavi di Champions (il Barcellona è troppo forte) ma può arrivare terza e questo sì sarebbe un miracolo da parte di Allegri.

Delude ancora l’Inter. Con un centrocampo senza fantasia e con uno schema solo: aspettare la fiammata di Guarin. Cassano accende la luce a sprazzi e per il resto lo spettacolo lo da il Bari, pardon il Torino, con un Meggiorni strepitoso. La sua cresta è più discreta di quella di El Sharaawi ma il ragazzo farebbe la fortuna di molte squadre con i suoi movimenti. Ventura lo sa bene. La Roma e la Fiorentina fanno a gara a chi perde più occasioni. I viola non possono pensare di arrivare in Champions League senza un centravanti, ma soprattutto senza un portiere. Ma siamo sicuri che Neto sia più affidabile di Viviano? Intanto complimenti al Catania, che arriva a 35 punti e si conferma un laboratorio interessantissimo di squadra europea, non solo italiana. Una squadra che cambia allenatori, giocatori, addirittura DS (pochi si sono accorti che Lo Monaco è andato via) ma mantiene un’identità fortissima. Il merito è di Pulvirenti e di alcuni dirigenti che lavorano nell’ombra per portare in Sicilia giocatori come Gomez e Castro e rigenerare vecchi marpioni come Legrottaglie. A loro la mia copertina. Meritata.

Stupisce ancora Icardi. Il giovanissimo attaccante della Sampdoria segna 4 gol ed entro un paio di settimane deciderà se giocare nella nazionale argentina o in quella italiana. Una cosa è certa: ci troviamo di fronte ad un talento vero, purissimo. Pare sia anche un ragazzo con la testa sulle spalle, nonostante i 19 anni. E difficilmente resterà a Genova un altro anno. Chiudiamo con una parentesi sul calcio internazionale. Ogni domenica un dirigente del Galatasary si sveglia e compra un top player. Oggi è il turno di Drogba. Lo voleva la Juve, lo voleva il Milan, e alla fine è andato in Turchia. A Istanbul sognano in grande. Credo sia lo specchio di una nuova economia. Chi l’avrebbe mai detto.

L'esultanza di Legrottaglie

L’esultanza di Legrottaglie

La verità, vi prego, sul pallone #17

14 Gen

Erano i primi giorni di novembre e la Lazio, fino a quel momento squadra quadrata, solida e con l’unico difetto di essere poco spettacolare cadde rovinosamente a Catania. Quattro e zero e tanti saluti alle ambizioni di scudetto. Se mai ce ne fossero state. Sono passati due mesi e 14 partite. I biancocelesti non hanno più perso tra campionato, Coppa Italia ed Europa League. Pektovic non vuole neanche nominare la parola scudetto ma adesso dipende anche da lui. Chi sta davanti è in calo e lo scontro diretto si giocherà a Roma. I punti di distacco oggi sono 3, fate voi i calcoli. Certo per sbloccare la difficile partita contro l’Atalanta c’è voluto un gol piuttosto discutibile, ma la continuità della Lazio è impressionante, soprattutto grazie ad una spina dorsale portiere (Marchetti) – centrale di centrocampo (Ledesma) – centravanti (Klose) che ha pochi eguali in Italia. Vedremo.

Certo la Juventus non è quella di un mese fa. Gennaio è storicamente, e statisticamente, un mese logorante per chi sta davanti. Ma la Champions è alle porte e tre punti non sono più una garanzia. Non mi sorprende il risultato di Parma. Come scrissi una settimana fa, la squadra di Donadoni è una delle più belle sorprese di questo campionato (insieme al Catania). Non per niente è l’unica imbattuta in casa e non per niente il nome del suo allenatore viene accostato alla panchina del Milan. Sarebbe un affascinante ritorno a casa. Il problema dell’attaccante, in casa Juve, comincia ad essere pesante. Quattro punte che assieme non fanno Cavani e forse nemmeno Milito e Klose. Conte sopperisce con il gioco, con le fasce, con la grinta, ma tutto sommato un giocatore che la butta dentro con più facilità non farebbe male, soprattutto in certe partite. Non credo che la soluzione possa essere Immobile, giovane attaccante che stimo tantissimo ma che lascerei maturare a Genova. Lasciatemi dire che, al netto del pareggio di Parma (che di per se non è un cattivo risultato), non mi pare che il ritorno di Conte abbia portato bene all Juve. E non parlo di scaramanzia. Questo Conte mi sembra smisuratamente agitato, come se la squalifica l’abbia caricato in modo eccessivo e nel frattempo la squadra si fosse abituata all’autorevolezza della sua assenza (cit. Mario Sconcerti).

Per lo scudetto vuole esserci fortemente anche il Napoli. Nella domenica dei due fratelli Insigne che coronano il sogno di giocare assieme nella squadra della loro città la vera notizia è che Cavani non segna. Eppure il Napoli domina, stravince, si prende il lusso di lasciare in panchina il nuovo acquisto Armero, del quale fa notizia solo il balletto a fine partita. Lasciatemi spendere due parole sul gol di Inler. Non è il primo. Credo che lo svizzero sia uno dei centrocampisti più forti d’Europa e non solo per i gol. Con giocatori del genere sarebbe un delitto non puntare al massimo.

Risorge l’Inter ma la vittoria contro il Pescara non cambia il corso del suo campionato, almeno secondo me. Sembra però che Stramaccioni mi abbia ascoltato quando dicevo che un anno di transizione ha senso se serve a lanciare qualche giovane talento. Pronti via il mister butta nella mischia Marco Benassi, classe (reggetevi forte) 1994. Uno che quando Baggio tirò alto il rigore contro il Brasile, a Pasadena, doveva ancora nascere. Centrocampista di grande qualità il ragazzo ha impressionato San Siro per la personalità. Qualcuno si è avventurato in maliziosi paragoni con Xavi o Pirlo ma queste sono bestemmie pericolose. Quello che conta è che il piccolo Marco non venga caricato di troppe responsabilità. All’Inter succede spesso che i giovani esordienti vengano troppo presto etichettati come fenomeni e altrettanto presto bruciati senza pietà. Santon era il nuovo Facchetti prima di essere accantonato (al Newcastle sta facendo benissimo), e più di qualcuno ha già dimenticato Faraoni che l’anno scorso di questi tempi sembrava essere un fenomeno. A proposito: che fine ha fatto Faraoni?

Lavorare con i giovani è difficile. A San Siro di più. Crolla la Fiorentina, stavolta con la complicità del portiere Neto. Probabilmente Montella, che stimo, ha accantonato troppo rapidamente Viviano. Che credo domenica tornerà al suo posto. Per la gioia di sua figlia Viola. Cade ancora la Roma e sono tre le sconfitte di fila fuori casa. Non fa più notizia l’esclusione di De Rossi, lo fa di più i gol che si mangia Destro. Sulle sue spalle pesano in parte le ultime due sconfitte. Ma Zeman continua a puntare su di lui. E forse fa anche bene visto che il ragazzo ha solo 21 anni e presto inizierà a vedere la porta. Certo è che la Roma, nel frattempo, si allontana da tutti gli obiettivi possibili. Fa un piccolo passo indietro anche il Milan che pareggia a Genova contro una Samp in salute. Boban, ex rossonero ed opinionista sky, alla domanda “Cosa serve al Milan?” risponde così: “Due centrali di difesa, tre centrocampisti e due attaccanti“. Esagera, ma la reltà non è molto distante dal paradosso.

Zona retrocessione: attenzione a Genoa e Palermo. Erano partite con altri obiettivi e si tratta di due piazze molto calde. Infatti i giocatori sembrano terrorizzati di entrare in campo e si sciolgono alle prime difficoltà. Presidenti vulcanici (a volte isterici), allenatori nel pallone (quanto durerà Gasperini?), rinforzi che vengono coinvolti nella mediocrità e nella difficoltà, insomma due patate bollenti. Eppure con i giocatori di Genoa e Palermo si potrebbe fare una gran bella squadra. Anche se come allenatore non sceglierei nè GasperiniDel Neri. Ma questi sono gusti miei. E la dura realtà si chiama salvezza. E a mio parere almeno una delle due non la raggiungerà.

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La verità, vi prego, sul pallone #15

17 Dic

La notizia è che la Juventus è campione di inverno. E questo titolo è molto meno simbolico di quello che sembra. Nel 90% dei casi, la statistica dice che chi conquista questo traguardo (a dicembre) a maggio è campione d’Italia. Non vedo come il campionato 2012-2013 possa sfuggire a questa regola. Non tanto per lo strapotere bianconero. Anche oggi la Juventus ha trasformato una partita insidiosa (l’Atalanta aveva battuto il Napoli e l’Inter) in una passeggiata. E questo riesce solo alle grandi squadre. Quelle che nell’arco di un girone dimostrano una continuità spaventosa. E dopo un passo falso vincono tre partite consecutive. Rispetto all’anno scorso la Juventus ha perso due partite (contro zero) ma in compenso ha pareggiato molto meno e adesso si trova a gestire un vantaggio importantissimo su inseguitrici che non ci sono. Infatti è questa, più dei gol di Vucinic, Pirlo (che punizione la sua) e Marchisio (sempre più decisivo) la vera notizia.

Dietro la Juventus c’è il vuoto. Napoli, Inter e Lazio, rispettivamente distanti 8 e 9 punti alternano domeniche di gloria a scivoloni improvvisi, dandosi il cambio al secondo posto e favorendo la fuga di chi sta davanti. Oggi è toccato al Napoli, alla seconda sconfitta consecutiva. Ma se perdere a San Siro contro l’Inter ci sta, non si può dire la stessa cosa dopo la sconfitta in casa contro il Bologna. Anche se quello del San Paolo è stato un ottimo Bologna, ben messo in campo da Pioli e con un grande Portanova. Si è parlato poco di lui in questi mesi, eppure ha avuto la stessa squalifica di Conte.

Certo che se si considera fuori dai giochi la seconda, non vedo chi possa dare filo da torcere alla capolista. Forse non l’Inter. Anche la squadra si Stramaccioni alterna prestazioni convincenti ad altre abuliche. Non è il caso della partita dell’Olimpico ma gli almanacchi raccontano un’altra sconfitta. All’inizio dell’anno soffriva in casa e dominava in trasferta. Adesso accade l’esatto contrario e con quella di Roma le sconfitte di fila, fuori casa, sono quattro. Inizia a sentirsi l’assenza di chi potrebbe illuminare il gioco, a volte prevedibile, dei nerazzurri. Moratti e Branca devono decidere cosa fare. O Sneijider rientra (magari senza twitter), oppure si vende e si sostituisce. Bene la Lazio, ma i punti dicono che anche i biancocelesti sono una squadra altalenante. Più solida di Napoli e Inter ma comunque poco costante. La vittoria di sabato è figlia di una prestazione tenace e di un Klose maestoso. Se la Lazio dovesse arrivare sopra il Napoli e l’Inter non mi sorprenderei.

Di più non scommetterei. Il resto della giornata racconta un’altra bella vittoria del Milan. Allegri sta bene, la squadra anche. I rossoneri mi ricordano molto l’Inter dello scorso anno che scalò diverse posizioni prima di arenarnsi per lo sforzo di quella rimonta. Ovviamente i milanisti sono liberi di toccare ferro. E comunqe questo Milan ha dei giovani interessantissimi e una prospettiva rosea. Tutto sta ad aver pazienza e non illudersi che sia questo l’anno della rivincita. La Roma inciampa sul più bello. Un po’ su dei rigori reclamati (e chi li ha visti?), un pò sulla nebbia e alla fine torna da Verona con le classiche pive nel sacco. Torna alla vittoria la Fiorentina con un Toni che sembra davvero tornato quello dei tempi belli e un Pizzaro che segna e dedica il gol alla sorella scomparsa da poco. A parte i facili romanticismi credo sia lui il segreto del bel giocattolo di Montella. Un giocatore che sa dettare i tempi come pochi e che, a mio parere, non è mai stato valorizzato quanto avrebbe meritato. La sconfitta del Siena costa la panchina a Cosmi. Un allenatore che io stimo tantissimo. In bocca a lupo.

Momento difficile per molti portieri. Avevamo parlato di Viviano che infatti nel derby contro il Siena si è accomodato in panchina. A Roma Zeman ha ormai scelto Goicoechea al posto del vice campione del mondo Stekelenburg. La società non è felicissima, ma si adegua. Pare che l’uruguaiano sappia comandare meglio la difesa e a Zeman non interessa quanto guadagnano i suoi giocatori (altrimenti De Rossi sarebbe titolare sempre). Non se la passa bene neanche Gillet a Torino. Fonti certe mi riferiscono che la società è a caccia di un sostituto. A questo punto l’ex portiere del Bari potrebbe tornare in Belgio, o chissà. Mi affaccio un attimo in serie B per segnalrvi che a Cesena segna l’ottavo gol consecutivo un certo Davide Succi. Uno degli attaccanti italiani più prolifici, quando giocano. Se non l’avessero penalizzato svariati infortuni avrebbe fatto tutt’altra carriera. Ieri mattina si è giocata anche la finale di Coppa del mondo per Club. Il Chealsea di Benitez ha perso contro i brasiliani del Chorintians, squadra di Paulinho. Il titolo torna in Sudamerica dopo 6 anni. E Materazzi si toglie un bel sassolino dalla scarpa. Il suo tweet dopo la gara parla più di mille parole. Fortuna che a Materazzi Twitter non possono toglierlo.

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