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Mr. Internet? Ma di che stiamo parlando? #Mia13

26 Ago

Bello senz’anima. Uomo oggetto. Mezza calzetta. Due anni a scrivere contenuti e mi ritrovo questa candidatura incomprensibile: Mr. Internet. Non lo so cosa vuol dire: potrei mai diventare l’alter ego maschile di Chiara Ferragni o di Selvaggia Lucarelli? (stima infinita). Credo di no, eppure ci sono, tra i 10 finalisti, e non so se il merito sia delle foto postate dal Messico o della barba alla Moscardelli (a proposito, complimenti per la sua nuova linea FlyBeard: antidivo, anticalciatore e altre considerazioni che mi tengo per il prossimo post). Lasciatemi però l’illusione che, almeno in parte, il merito sia di ciò che scrivo.

Visto che ho pubblicato più di 100 post nell’ultimo anno, due racconti, un romanzo (Domani No, potete acquistarlo anche in ebook) e svariate altre cose, credo di poter dire la mia, a questo punto. Intanto vi svelo un arcano: se sono tra i finalisti il merito è senza dubbio di Fiordirisorse (se potete non perdetevi l’evento del 18 settembre, insieme a Luna Margherita Cardilli e Osvaldo Danzi parlerò di Personal Branding presso Lo spazio di Paolo a Pescara). Mentre io ero in Messico a postare foto su Instagram (ne farò un format, sappiatelo) e a cercare ispirazione per le mie nuove storie, loro si sbattevano a portare la mia candidatura in cima alla classifica. Riuscendoci.

E pensare che non mi sono votato nemmeno da solo. In ogni caso, i Macchianera Italian Awards rappresentano un riconoscimento importante e vincere, seppur nella categoria “Mr. Internet“, non mi dispiacerebbe affatto. In fondo una foto con Sarinsky sul palco potrebbe alzare il mio Klout. Ho detto il Klout, non fate gli spiritosi. Però votatemi. Che vi costa? Ah, visto che sono un ciarlatano mica da niente, ho piazzato due finalisti anche nella categoria fake. Ma non vi dico chi sono, sennò che fake sarebbero.

Che faccio quindi, metto la foto da Ma di che stiamo parlando? Mi hanno detto che funziona.

Ma di che stiamo parlando?

NetWorkLab – Resoconto di una giornata dedicata al Web

12 Mar
I tweet, i post su facebook e le immagini di instagram descrivono meglio di qualunque altra cosa il convegno organizzato da Silvio Cardinali presso la Facoltà di Economia di Ancona.
Guarda tutta la presentazione con questa spettacolare slideshow! 

Abbiamo mai cenato insieme?

4 Dic

Prendete 12 blogger, metteteli a tavola e fateli mangiare. Mescolate con cura. Servite freddo, qualche giorno dopo.

L’idea nasce due settimane fa, a tavola. Manco a dirlo. A Corinaldo, in provincia di Ancona, apre un ristorante e c’è da comunicare l’imminente inaugurazione. Peccato che il tempo sia poco e il budget ridotto. Ci penso un attimo. Loro mi parlano di Facebook. Ok, ma serve un’idea. Qualcosa che vada al di là delle ads, delle foto, di un bel post. Serve qualcosa di vero, tangibile, originale. Quanto volete spendere? Domando ai proprietari. Qualche centinaio di euro, mi dicono. A volte i problemi possono trasformarsi in straordinarie opportunità. Quando aprite? – Il primo dicembre. E se organizzassimo una pre cena il 30? La sera stessa ho già in testa i nomi dei potenziali invitati. E non si tratta di food blogger o gourmet. E neanche di giornalisti (a parte uno, Luca Conti, blogger e giornalista che non ha bisogno di presentazioni). Mi serve gente straordinariamente brava a fare rumore sui social. Niente spam, niente marchette. Gente credibile con un proprio pubblico, appassionata di tecnologia e di cibo. Gente affamata e non solo nel senso stretto del termine. Ragazzi e ragazze che hanno piacere a sedersi a tavola con persone che non conoscono, ad imparare nuove cose, a confrontarsi, tra una portata e l’altra. Va bene Cristiano, carta bianca. Quando mi dicono carta bianca riesco spesso a colorarla come dico io. Sono un bricoleur (L’ho letto sulle carte Play40 di Loccioni). Non invento niente. Ma so che una cosa trovata, vicino ad un’altra cosa trovata, può generare una relazione interessante. E così coinvolgo Luna, Luca, Francesco, Max, Nicoletta, Giacomo, Maria Luisa, Roberta, Michele, Raffaella, Ljudmilla, Graziano. Ognuno con le sue peculiarità. Chi usa Facebook, chi ha 40.000 follower su Twitter, chi è appassionato di Instagram. E ancora una voce radiofonica, un appassionato di fotografia, una blogger ambientale. E chi più ne ha più ne metta. Decido di presentare ogni giorno uno di loro, sulla fan page Cantina Langelina, creando un effetto teaser, d’attesa, che fa crescere in maniera esponenziale i fan e genera curiosità, commenti, un po’ di invidia. La critica più ricorrente è che non siamo giornalisti nè esperti di food. Che il ristorante ha fatto una marchetta e noi ci sentiremo costretti a parlarne bene. Critica accolta, il rischio c’era per quanto mi riguarda. Peccato che nessuno di noi si era impegnato in maniera formale a scattare foto, condividere, scrivere post. La mia esperienza dice che si scrive, si commenta e si spende del tempo (prezioso) per un post se l’esperienza è stata positiva. O meglio ancora entusiasmante.  Fatto sta che la sera della cena quel gran genio di Luna posta sulla sua pagina facebook una cartolina che spiega l’iniziativa, generando commenti e curiosità. Arrivati al ristorante i proprietari ci accolgono con un cocktail di benvenuto. Tutto è in divenire: sedie fuori posto, tende, polvere da togliere. Ma la stanza che ci ospita è perfetta. Arrivano gli antipasti e Angelina ci spiega con cura ciò che stiamo per mangiare: frittatina occhio di bue con tartufo, prosciutto nostrano, carpaccio. In pochi si conoscono e il vino non basta a far decollare la conversazione. Ma pian piano, portata dopo portata, si trovano argomenti e piacevoli punti in comune, simpatiche divergenze su temi più o meno importanti. Si parla ci cibo, di tecnologia, di viaggi, di fotografia, di ricci, di sport, di gossip, di moda. Poi arrivano i passatelli, i ravioli, il guanciale croccante, i bis e i primi sorrisi sinceri. Le pietanze sono buonissime, tradizionali e al tempo stesso originali. La tradizione marchigiana si fonde, per ciò che ne capisco, con alcune contaminazioni della cucina nordeuropea. Ne è la prova la tagliata di vitello con funghi e carciofi croccanti adagiata su un letto di frutti di bosco. Poi arriva il dolce. Siamo sazi ma come dice qualcuno “L’essere umano ha uno stomaco standard e uno supplementare, per i dolci“. La mousse al mascarpone e nutella è semplicemente memorabile. Le foto si sprecano. Ritorna il silenzio per un attimo. Ma stavolta è un silenzio di piacere, di gusto. Nasce un hashtag #langelina, i futuri clienti su Instagram troveranno una sorta di menù con tanto di foto. Scattiamo una foto con i proprietari, ringraziamo, auguriamo loro in bocca a lupo per l’inaugurazione mentre noi “Blogger” (o presunti tali) ci scambiamo numeri e contatti. Noi ci siamo sicuramente arricchiti di nuovi volti e nuove relazioni. E loro? Lascio parlare i numeri. Quasi 700 fan in tre giorni. Un picco di 280.000 visite sabato. Il pienone nel giorno dell’inaugurazione, 2 post già scritti (uno da Nicoletta, uno da Luna), altri da scrivere. Una presenza massiccia su facebook, twitter, linkedin, tumblr. Un hashtag su Instagram con 40 foto. Dieci influencer coinvolti e un buzz che il Roi non può misurare. Totale della spesa: meno di 200 euro. Lascio a voi le valutazioni su cosa si può fare, nel mondo della pubblicità, con quella cifra. Da parte mia una semplice e banale considerazione: se la cucina e la gentilezza sono quelle che ho testato io, da Cantina Langelina ci tornerò molto presto. Magari in compagnia delle belle persone che ho conosciuto venerdì. Cenare assieme è sempre il modo migliore per conoscersi! 

*Disclaimer: Cantina Langelina mi ha offerto una cena per un valore complessivo di 25 euro. Le opinioni di cui sopra sono espresse liberamente e senza alcun vincolo posto dal ristorante.

Foto: Francesco Vernelli 

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